Vivere in emergenza anestetizza l'anima

Vivere in emergenza anestetizza l'anima

domenica 19 aprile 2015

Scrivo poesie

Oggi non ci sono, non mi ritrovo nell'emozione, nell'agitazione, non mi ritrovo neanche nella mia familiare ansia : -lo ribadisco- oggi non ci sono. - << tu parli francese? >> - << No, io scrivo poesie>> . Ho così riassunto circa 15 anni di racconti,prosa, versi e stronzate. - << Hai anche tu un callo sul dito, proprio come il mio >> - << io disegno ma tu cosa fai?>> - < Io scrivo poesie> . Forse riassumerei così la mia domenica pomeriggio : ho scritto poesie con la lingua , con il cuore , con le mani, con il corpo, con gli occhi, con la pelle inumidita dal calore di una primavera tardiva. Mi cerco in quella emozione, in quel desiderio di contatto, di dolcezza, di amore , mi cerco nelle tue pupille dilatate, nel mio timido balbettare, mi cerco nella mia ansia così familiare, ma non mi trovo, non ci sono, non so chi sia questa donna : dove sono? Mi ritrovo forse quando smetto di scrivere poesie e i crampi allo stomaco mi riportano alla realtá ma mi perdo in questa emotività viscerale. Ho male ovunque, le posizioni scomode di un amore fugace dolgo solo quando il corpo si raffredda e la mente non si trova in un cuore in ebollizione nell'azoto liquido. Trovo solo te, il tuo odore sulla mia pelle, il tuo sapore in una torta all'amarena, i tuoi occhi appena chiudo i miei. Ho cercato i tuoi difetti come se fossi un cane da tartufo ed una volta trovati, allo stesso modo, di essi ho fatto tesoro. Credo d'avere anche la febbre. - << Dove andiamo?>> - << Ovunque va più che bene >> . Ho solo flash di una giornata che mi è scivolata veloce fra le dita, ricordo solo sapori, odori, emozioni, non ricordo momenti. - << Voglio un posto tranquillo dove poterti baciare>> . Non pensavo che una frase tanto desiderata potesse terrorizzarmi tanto da spingermi a scappare - sapevo che mi avresti stuprato l'anima - Il mio cuore , appena incrociato il tuo sguardo, si era già messo comodo su un letto a gambe aperte ad aspettarti. Dove sono,non mi trovo. Stavo su quella panchina , non più vuota, ad aspettare il solito Gogo di passaggio non pensando invece che avrei scoperto finalmente il volto di Godot e che ne avrei avuto tanto paura quanto desiderio. Non ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che mi sono persa, forse perché così non mi ero persa mai.
E riassumendo : quando ti rendi conto che la magia del natale esiste, respira, cammina , Profuma di buono e non ha lo stesso viso che hai per mesi immaginato capisci che fondamentalmente è solo una filosofia di vita e che il caso ti sta prendendo a schiaffi come se fosse un uomo che non sa controllare la rabbia ; quando ti rendi conto che agli uomini sta moda da clochard è sfuggita di mano hai già i peli sulla lingua, nell'esofago e qualcuno pure nella prossima cacca che farai ; quando capisci che l'erba del vicino è sempre più verde solo perché ci caga  il tuo cane vorresti fare un atto di esproprio ; quando ti rendi conto che mangiando una torta all'amarena non senti nessun sapore se non quello che per ore è stato sulle tue labbra capisci che ti sei persa e se un giorno dovessi ritrovarti avresti sicuramente il viso gonfio per le botte della vita, la cacca pelosa e un cane che non sa più dove cagare.

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L'inquietudine

L'idea di tutti gli ideali ,per me odora di freddo , di dolore : ha l'odore di quando le strade sono impossibili.