Vivere in emergenza anestetizza l'anima

Vivere in emergenza anestetizza l'anima

venerdì 5 giugno 2015

Fra gli alberi un' usata e semplice tramontana




Uso sempre meno parole per parlare di te, arriverà il giorno in cui riuscirò a descriverti solo con la parola fine.
Guardo la nostra panchina e ripenso al sogno vissuto insieme.
Certezze diventate bugie ed un addio che suonò come un bacio che ci ha legati per sempre.
Misteri e nuovi personaggi, trame intricate e sentimenti idealizzati.
Il finale del nostro film sarà scritto solo il giorno in cui riuscirò per sempre a rapire i tuoi occhi.
Tu che guardi con pupille incoscienti e vuote la mia ricolma anima insulsa.
Colori , luci e sapori : soporifere ripetizioni che come una ninna nanna assopiscono i miei sogni che riprenderanno a respirare solo dopo aver riempito i tuoi occhi, ancora una volta, d’amore.
Attese e sospiri mi cullano mentre aspetto che ritorni. Sei un veleno che rende l’assuefazione a te dolcemente mortale.
Facce amorfe disegnate su di una mente annebbiata che - rivedendoti in un giorno qualunque- non saprebbe riconoscere in te il desiderio.
Vorrei mandarti via con la stessa forza con la quale cerco di riprenderti ; schioccare le dita per farti apparire e baciarti per annegarti nell’oblio.
Forse questo però non sarà mai un addio

Nessun commento:

Posta un commento

L'inquietudine

L'idea di tutti gli ideali ,per me odora di freddo , di dolore : ha l'odore di quando le strade sono impossibili.