Vivere in emergenza anestetizza l'anima

Vivere in emergenza anestetizza l'anima

venerdì 31 gennaio 2014

Ali sporche



La mia essenza dicotomica mi porta spesso a sentirmi una nullità pretenziosa.
Non mi basto e sento di non essere sufficientemente interessante per il mondo.
Ma io questo universo terribile lo accetto o lo subisco?
Mi lascio travolgere dalla sua mediocrità o sono io stessa mediocre?
Non mi sento neanche sufficientemente saggia affermando d’aver consapevolezza di non sapere nulla; lo dico con presunzione e ne ho coscienza.
Mi sto lasciando anestetizzare da un tutto che rigurgito ad ogni respiro.
Ho appreso ormai da tempo che non sono e non sarò mai da nessuno considerata come una insostituibile specialità.
Mi sento soffocare da questo senso di inutilità e di non accettazione.
Credo che tutto ciò che percepisco come incompatibilità sia da imputare al mio essere estremamente autolesionista e con tendenze al suicidio psicologico.
Vorrei uccidere la mia mente, spegnerla , resettarla, una tabula rasa sulla quale riscrivere con colori pastello da donnina leggera.
Se la chiamano leggerezza un motivo ci sarà.
Avverto la pesantezza delle mie ali , ormai sporche da litri e litri di sangue, e non riesco a fare un passo per volare via da ciò che mi trascina irrimediabilmente verso il buco nero dal quale sono, come sempre , attratta.
Continuo a ripetermi che non potrò mai costruire qualcosa con un altro individuo se non riesco a comprendere ciò che realmente posso offrire.
Ho scritto e riscritto la stessa metafora in mille modi diversi , parlava di gioiellieri, svalutazione della merce, incubi e stupidità.
Mi sento come il gioielliere del racconto che non riuscirò mai a scrivere, mi sono risvegliata dall’incubo che mi aveva fatto credere d’aver perso tutte le mie ricchezze e adesso sono così taccagna da essere sull’orlo del fallimento.
Pensavo a Kafka e al suo ripudiare il contatto fisico e la sessualità; ultimamente mi ritrovo ad avere sensazioni comparabili ma io non sono come il buon caro e vecchio Franz , sarei magnanima con Gregor e  al sesso non riesco ancora a rinunciare.
Non c'è più niente di poetico in me.
Non mi basto più , non mi sono mai bastata.   
E tu      vuoi dormire con me?




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L'inquietudine

L'idea di tutti gli ideali ,per me odora di freddo , di dolore : ha l'odore di quando le strade sono impossibili.