Vivere in emergenza anestetizza l'anima

Vivere in emergenza anestetizza l'anima

venerdì 13 settembre 2013

Oggi soffro perché non so soffrire

Non so neanche che giorno sia oggi e non credo mi interessi.
Gli essere umani dotati di poca sensibilità sono convinti che il riuscire a razionalizzare il dolore e il non strapparsi i capelli bagnati di pianto equivalga ad un invito, paragonabile a quel che si presume sia scritto sui secchetti di carta degli aerei : “vomita qui”.
Non mi lancio mai in urla di dolore ed i miei occhi asciutti appaiono spesso vuoti, freddi, insensibili e cinici.
Io soffro due volte : per la vita che mi scivola fra le dita come se fosse finissima sabbia e soffro per l’incapacità di esprimere il mio dolore con un linguaggio comprensibile a tutti.
Ma poi perché dovrei farmi capire da chi non capisce neanche se stesso?
Continuo a fare parte, nonostante tutto, di quella cerchia, sempre più ristretta, di persone che sono più attratte dalla parte ombrosa della luna.
Oggi voglio essere presuntuosa.
Scrivo rabbiosamente perché è così che io soffro, io non piango, io mi incazzo e scrivo.
C’è chi vive con l’ansia delle conclusioni(e dimmi tu se questa è vita) , chi deve necessariamente vedere come va a finire.
A me piacciono le porte aperte, le cose lasciate a metà, mi piace riempire tutte le pagine della moleskine ma lasciare l’ultima bianca.
Ho bisogno di una casa piena ma con la porta aperta.
Ho bisogno di lasciare ancora da fumare prima di gettare la sigaretta.
Io non ho l’ansia della fine perché le conclusioni non mi piacciono.
Non finisco mai ciò che comincio non per pigrizia ma per filosofia di vita, io vivo per procrastinare.
Non riesco ad accettare il concetto della fine necessaria ed è per questo che non smetto di girare le mie sigarette nonostante sappia che in 4 minuti il mio lavoro sarà letteralmente ridotto in cenere.
A me non piacciono le conclusioni, preferisco lasciare il barattolo della marmellata quasi vuoto in frigo, lascio l’ultimo boccone nel piatto, sono gentile anche con chi mi fa male perché fatico a credere che la gente non sia come me.
Fatico anche a scrivere, oggi sono razionalmente irrazionale.
Oggi sono arrabbiata perché non so rendermi sufficientemente patetica perché il mio dolore possa essere preso in considerazione.
Oggi soffro perché non so soffrire.
Oggi sto bene ma sto bene a modo mio.

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L'inquietudine

L'idea di tutti gli ideali ,per me odora di freddo , di dolore : ha l'odore di quando le strade sono impossibili.