Vivere in emergenza anestetizza l'anima

Vivere in emergenza anestetizza l'anima

giovedì 7 novembre 2013

Io il Sole non lo voglio




Ma perché dovrei provar vergogna nello scrivere banalità?
Tanto più una cosa è bella tanto più è insopportabile ed insostenibile la sua assenza.
Il pensiero arriva e come un serpente a sonagli vibra e con un morso delicato ti avvelena il cuore.
E sei duplice davanti al dolore contro cui lotti che ti spacca il petto in due : desideri liberarti dal peso di un ricordo ormai logoro ed ingombrante ma l’attaccamento alla speranza vana di un ritorno non ti permette di lasciarlo andare via per sempre, sarebbe come cedere all’ennesimo fallimento.
Trasformato ormai in un fantasma ossessivo e depresso odi persino l’ingenuità delle stelle.
Vorresti spegnerle tutte perché non sopporti il loro sguardo speranzoso e il lo sbrilluccicare che ti ricorda con quanta dolcezza e delicatezza la sua luce sia entrata dentro di te.
La tua sigaretta sembra prenderti per il culo decidendo di cambiare sapore : ti sembra di fumare palloncini sgonfi.
E’ insopportabile questa luce, spegnete le stelle vi prego non voglio più vederle.
Le farfalle allo stomaco non sono un sintomo d’amore ma un mero movimento intestinale con il quale il corpo ti avvisa che sei irrimediabilmente nella merda.
Dio quanto è triste la luna quando sei innamorato, dio quanto è triste la luna quando aspetto che ritorni.
Vorrei annegare nella Senna insieme a tutte le stelle dell’universo(ma il sole ve lo lascio).

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L'inquietudine

L'idea di tutti gli ideali ,per me odora di freddo , di dolore : ha l'odore di quando le strade sono impossibili.